Uriel: cosa si sa di quest’angelo? In quali opere famose appare?
L’arcangelo Uriel forse non è famoso come Michele, Gabriele o Raffaele, ma è uno dei quattro arcangeli più importanti. Secondo la moderna Angelologia egli è il reggente del sole, arcangelo della salvezza e governa l’elemento terra. Ma cosa si da di questo angelo? In quali dipinti importanti appare?
Chi è Uriel
Come molti altri angeli, Uriel non è menzionato nella Bibbia, ma in altre opere apocrife, come la cabala e viene associato ad altri sei arcangeli importanti. Il suo nome, in ebraico, significa “luce di Dio“. In un testo apocrifo viene inviato da Dio ad istruire il profeta Esdra, e secondo alcuni è lui uno degli angeli che, in altri testi non ufficiali, aiutano a seppellire Adamo ed Abele nell’Eden. Nel cristianesimo, nell’Apocalisse di Pietro, altro testo non canonico, appare come l’angelo del Pentimento. Anche nell’Islam è noto perché secondo la tradizione appare accanto ad un altro angelo, Israfil, ovvero colui che suona la tromba nel giudizio universale.
Non poteva non citarlo John Milton, nel suo poema Paradiso perduto (1667), in cui Uriel appare nel Terzo Libro, dove l’arcangelo, nel suo ruolo di “occhio di Dio”, che in maniera inconsapevole guida Satana, l’angelo caduto, sulla Terra. Tuttavia, è in seguito lui ad avvertire Gabriele della sua presenza nell’Eden. A dedicargli un poema vero e proprio è stato, invece, Ralph Waldo Emerson nel 1847.
Seppure presenti in questi testi non ufficiali, esso è venerato nel cristianesimo e nell’ebraismo. La chiesa occidentale lo festeggia il 29 settembre, mentre quella orientale l’8 novembre, e tra gli attributi con cui viene raffigurato ci sono un libro, una spada fiammeggiante, il disco del sole ed una fiamma nel palmo della mano. E’, inoltre, patrono della Cresima, delle arti e della poesia.
I dipinti
Uriel appare in diversi mosaici, e per quanto riguarda i dipinti, si può identificare in almeno due opere. La più famosa è sicuramente la Vergine delle Rocce, dipinta da Leonardo da Vinci tra il 1494 ed il 1508, esposta oggi alla National Gallery di Londra. Sembra proprio Uriel, infatti, l’angelo del dipinto, se ci si basa sul Protovangelo di Giacomo, che narra dell’incontro di Gesù e Giovanni Battista ancora bambini, durante la fuga in Egitto, e l’arcangelo, sempre secondo questo racconto, è molto legata al piccolo Giovanni. Ciò vale anche per la prima versione di questo quadro, esposto a Parigi.
Un altro dipinto in cui appare questo arcangelo, è la Visione del beato Amedeo Menex da Sylva, realizzato su una tavola di legno, nel 1513 da Pedro Fernàndez de Murcia. In quest’opera, oggi presente nella Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Barberini di Roma, viene raffigurata la visione del santo di cui prende il nome, in cui un papa angelico porta il mondo in un’era di pace, con l’aiuto di sette arcangeli, tra cui c’è, per l’appunto Uriel.
Tra le altre raffigurazioni in cui appare questo arcangelo, si possono citare l’affresco nella chiesa pensile del Cairo, del XIII secolo, una statua nella chiesa di San Michele nelle Filippine, oppure nella Pala d’Oro conservata nella Basilica di San Marco a Venezia.
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