Roiter fotografo: ecco chi era e le sue opere più note
Fulvio Roiter è stato fotografo ed esperto di foto in bianco e nero, ma ciò non toglie che abbia usato anche il colore, soprattutto nelle sue foto di viaggio. Per saperne di più su di lui, si può continuare a leggere questa pagina.
La sua biografia
Nato il 1° novembre 1926 a Meolo (Venezia), Roiter si diplomò come perito chimico, ma all’età di ventun’anni cominciò ad interessarsi alla fotografia, che nel 1953 divenne la sua attività professionale. Nel 1949 aderì anche al circolo fotografo La Gondola di Venezia, che venne fondato da Paolo Monti, suo amico, nei due anni precedenti.
Il suo primo viaggio fotografico avvenne sempre nel 1953, in Sicilia, e l’anno successivo la rivista Camera pubblicò i suoi scatti, dando così via al suo debutto, e lo stesso anno pubblicò il suo primo album di fotografie in bianco e nero. Negli anni successivi fece altri viaggio, e nel 1956 vinse il Premio Nadar con il suo secondo album di fotografie, sempre in bianco e nero, uscito nel medesimo anno, ovvero Umbria. Terra di San Francesco. Ma sulla scena internazionale, la sua consacrazione avvenne grazie a Venezia, con l’album Essere Venezia, del 1977, pubblicato in quattro lingue.
Quattro anni più tardi, tenne un corso di fotografia sull’esplorazione fotografica di Venezia, grazie anche all’Unesco, e si sposò con una fotoreporter belga, Louise Embo. Nel 2016, Roiter morì a Venezia, in seguito ad una lunga malattia, e dopo la sua scomparsa la figlia, Jessica, decise di istituire una fondazione per conservare le opere del padre, che prese il suo nome, per promuovere e diffondere la fotografia.
La sua tecnica e le opere
La fotografia di Roiter proveniva dalla scuola neorealista, ed usò un formato allora inusuale, ossia quello rettangolare, privilegiando le “forme della composizione”. Per il fotografo, il bianco ed il nero erano essenziali, in quanto prevalevano sul trionfo del colore. Lo storico della fotografia Paolo Morello definì il suo un modello inarrivabile.
Leonello Bertolucci, nel 2016, in seguito alla sua morte descrisse così il suo lavoro: “foto in bianconero, delicatissime, elegantissime nella loro apparente semplicità, composizioni da pelle d’oca, raffinatezza, gusto, equilibrio e originalità. Gioielli buoni anche per gli occhi più esigenti“.
Tra le fotografie di Roiter, si possono citare:
- Sibilo, foto scattata a Meolo nel 1949, probabilmente uno dei suoi primi lavori;
- L’uomo e l’albero, del 1950;
- Sulla strada Gela, scattata a Niscemi, in Sicilia, nel 1953;
- Miniere di zolfo, altra foto scattata in Sicilia, nello stesso anno della precedente;
- La vaquejada, del 1957, scatto fatto in Brasile;
- Il beguinage, fotografia del 1960, fatta a Bruges nel Belgio;
- La torre elicoidale a Samarra, scattata in Iraq nel 1964;
- Squero di San Trovaso, uno scorcio di Venezia del 1970;
- Ponte dei Tre Archi, scattata sempre a Venezia nel 1979;
- delle foto di piazza San Marco, del 1978, di cui una popolare ritrae due carabinieri, la cui figura con il bianco e nero veniva ben esaltata, rispetto alle altre immagini;
- French Quarter, del 1985, scattata a New Orleans;
- Carnevale a Venezia, a colori, del 1988, al cui centro ci sono due figure mascherate, vestite di nero;
- La casa di Bepi a Burano, del 1997, a colori e che si può definire pittoresca (l’unico elemento in bianco e nero è un gatto);
- Un uomo senza desideri, foto a colori del 2005, scattata in un contesto rurale.
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