Quota 100 docenti: la questione tecnica della scuola è evitare carenze di personale
Quota 100 docenti: non prima del 2020? La questione tecnica della scuola, che non riguarda altri comparti, è allineare la pensione con la fine dell’anno scolastico. Per quanto concerne la quota 100 docenti 2019, la questione tecnica della scuola, che riguarda solamente questo settore, non è solo quella di evitare carenze e buchi di personale ma, contestualmente, quella di allineare le domande di pensione insegnanti con il calendario dell’anno scolastico. Ecco perché la quota 100 docenti segue regole particolari che rischiano di spostare il debutto effettivo della riforma al 2020.
Quota 100: requisiti età e contributi
Prima di addentrarci in quella che è la questione tecnica della scuola, vale la pena riepilogare velocemente i requisiti quota 100, così come da ultima formulazione: la quota minima per smettere di lavorare si perfeziona a 62 anni di età e 38 di contributi. Entrambi i requisiti per la quota 100 (anagrafico e contributo) devono coesistere: chi ha 62 anni ma meno di 38 anni di contributi dovrà attendere il perfezionamento del montante contributivo per poter fare domanda di uscita quota 100 (che di fatto, dunque, potrebbe diventare quota 101, 102, 103, 104 e così via).
Pensioni 2019 e questione tecnica della scuola: regole e tempistiche quota 100 docenti
Questa la regola generale per tutti i lavoratori. Per contenere i costi della quota 100, probabilmente saranno inserite alcune finestre di uscita (la prima ad aprile 2019).
Per i dipendenti pubblici è allo studio un preavviso di sei mesi, volto ad organizzare i flussi di lavoratori e ad evitare buchi nel personale. Per quanto riguarda poi nello specifico il settore istruzione, sussiste un’altra problematica connaturale e che rischia di allungare ulteriormente le tempistiche per la quota 100 insegnanti: dovendo rispettare le date di inizio e fine anno scolastico per la pensione, docenti e personale ATA rischiano di non poter accedere alla pensione anticipata quota 100 prima di settembre 2020. Si tratta di una questione tecnica della scuola non comune ad altri comparti e che richiede norme ad hoc per evitare quanto già accaduto per la quota 96 ai tempi della riforma Fornero.
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