Prezzi cereali a Verona: come conoscere il listino ed il grafico del mercato?
La coltivazione italiana di cereali è varia, e il suo quadro cambia a seconda della zona. In Italia, la cerealicoltura comprende soprattutto il frumento (tenero e duro), l’orzo, il mais ed il riso. La regione per cui ha maggiore importanza, è il Veneto, specialmente Verona.
La biodiversità in Veneto
Tra il 1920 e il 1945, cominciarono a diffondersi nella regione veneta nuove biodiversità per quanto riguardava la coltivazione di cereali, soprattutto del frumento, grazie all’agronomo Nazareno Strampelli.
Nel corso degli anni, la cerealicoltura si fece sempre più fiorente, e nel 1954 l’Istituto di Genetica e Sperimentazione Agraria “N. Strampelli”, fondato nel 1954 a Lonigo (Vicenza), sostenne la coltivazione locale, diffondendo nuove varietà di grano come la Libellula, il Leone e la Lucciola, ed alcune di esse vennero importati in paesi come l’Ungheria e la Cina.
Negli ultimi anni, la produzione cerealicola si modificò ulteriormente, e la produzione del mais, del frumento e della soia, sono state affiancate a quelle della quinoa, del grano saraceno, dell’amaranto, del grano saraceno e del teff (microcereale senza glutine).
Per l’alimentazione animale, in Veneto vengono coltivati soprattutto la soia e il mais ma, alcune imprese, stanno cedendo il passo anche a delle sperimentazioni innovative per sorgo, avena, grano saraceno ed orzo.
I prezzi dei cereali a Verona
Per conoscere il listino dei prezzi e visionare i grafici del mercato dei cereali a Verona, si possono consultare dei siti riguardanti la borsa, in cui vengono riportati i listini.
In base ai dati del 2017, la Camera di Commercio di Verona, ha registrato una cifra compresa tra i 170 e i 179 euro per ogni tonnellata di grano tenero, dai 170 ai 202 euro di granoturco a tonnellata, e dai 170 ai 172 euro di cereali minori e foraggeri a tonnellata. I semi di soia, invece, hanno registrato un prezzo che varia dai 353 ai 440 euro a tonnellata.
Non si può prevedere, tuttavia, come cambierà il mercato riguardo i prezzi, soprattutto se la coltivazione subirà delle nuove variazioni. La Confagricultura stima che nella provincia di Verona, ben 170,000 ettari di superficie coltivabile, necessita di essere riconvertita, dopo il calo del prezzo di molti prodotti.
In questo caso, si può prendere ad esempio la vicenda del coltivatore di cereali del veronese, Giovanni Tegazzin, proprietario di una decina di ettari nel Castagnaro, che ha cercato un nuovo prodotto da coltivare e l’ha trovato in internet, ovvero il bambù. Sembra, infatti, che questa pianta sia più economica, che non necessita di una grande lavorazione, e viene impiegata in varia settori, dall’alimentazione a quello mobiliare.
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