Ouverture di Beethoven: qual è quella più nota?
Ludwin van Beethoven è di sicuro uno dei più celebri compositori, e così anche le sue opere. La sua ouverture (il brano iniziale di un’opera) più nota è sicuramente quella dell’Egmont. Ma qual’è la trama di quest’opera?
La trama e la struttura dell’opera
L’Egmont è stato eseguito per la prima volta nel 1810, così come la sua ouverture, ed è basata sull’omonima opera di Goethe. La trama è incentrata sulla storia del celebre conte di Egmont, che servì nell’esercito di Carlo V e per suoi meriti venne nominato generale dell’Arlois e delle Fiandre, cercando un accordo tra protestanti e cattolici.
Oltre al ruolo di mediatore, il celebre conto diventa una figura centrale nella resistenza fiamminga contro il governo spagnolo. Come molti eroi, Egmont combatte coraggiosamente, per i suoi ideali di libertà, venendo giustiziato alla fine. Ma anche nella morte, lui sente di aver vinto, perché ha combattuto contro l’oppressione, lasciando un ultimo appello, nel quale raccomanda di proteggere tutto ciò che è caro, cadendo con gioia, proprio come lui.
L’opera di Beethoven, è suddiviso in dieci sezioni, di cui l’ouverture si intitola Sostenuto, ma non troppo, allegro in fa minore (classificato come opera 34), costruita sul modello Lento-Allegro di un’altra opera di Beethoven, il Coriolan, uscita tre anni prima. L’orchestra era composta di ottavino, due flauti, due oboi, due clarinetti, due fagotti, quattro corni, due trombe, timpani ed archi. Questo allegro, viene interpretato energicamente e successivamente si calma.
Perché questa ouverture è così nota?
Quest’opera e la sua ouverture sono stati di sicuro importanti per il compositore tedesco, per diversi motivi. Innanzitutto, l’impulso che spinse Beethoven a comporre la musica per l’Egmont di Goethe, che ne testimoniano l’ammirazione e la consonanza che il compositore aveva per gli ideali di tragedia espressi nell’opera dal drammaturgo suo connazionale, come la libertà e l’amore per la patria, che possono arrivare fino al sacrificio estremo. Come le opere precedenti di Beethoven, il Coriolan e Leonora, la struttura dell’opera è articolati in cinque atti, e l’avvio dell’ouverture è data in maniera dualistica, con archi e fiati, che si fondono nell’allegro.
L’entusiasmo nella struttura dell’opera, testimoniano anche l’importanza dei temi cari a Beethoven, dal punto di vista politico, come la lotta contro l’oppressione. Altrettanto importante è il tema della libertà, che permette al compositore tedesco di identificarsi con l’eroe olandese (realmente esistito), visto che entrambi si sono allontanati dalla società, il primo che la sua sordità e il secondo per via della reclusione.
Lo stesso si può dire dell’opera precedente di Beethoven, il Coriolan, altro dramma incentrato sulla storia di Gneo Marcio, Coriolano, condottiero romano, che guidò le sue truppe contro i Volsci, e una volta entrato in politica viene osteggiato, ed accusato di tradimento, per essere mandato in seguito in esilio. Con l’unica differenza, è che il condottiero romano si schiera con i Volsci, deluso dalla sua stessa patria, ma viene fermato dalla madre, e infine si uccide. Gli anni in cui Beethoven realizza queste opere, tra il 1802 e il 1812, si possono classificare come il suo “periodo eroico”.
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