La nebbia agli irti colli: ecco il testo e la spiegazione della poesia e della canzone
“La nebbia agli irti colli” è la frase che viene riportata agli inizi della nota poesia San Martino, di Giosuè Carducci, e qui, in questa pagina, viene riportato il testo e la parafrasi della poesia e della canzone, che si intitola proprio come questa frase, cantata da Fiorello, più di un secolo dopo. Non resta che continuare a leggere, per saperne di più, soprattutto se si vuole conoscere il significato della poesia e a cosa fa riferimento.
La poesia
San Martino è una poesia della raccolta Rime Nuove (1861-1887) di Giosuè Carducci. Il suo titolo si riferisce all’11 novembre, quando per tradizione, in Italia, si celebrava la vendemmia. Essa è suddivisa in quattro quartine di settenari, con versi anacreontici, e questo è il suo testo:
“La nebbia a gl’irti colli
piovigginando sale,
e sotto il maestrale
urla e biancheggia il mar;
ma per le vie del borgo
dal ribollir de’ tini
va l’aspro odor de i vini
l’anime a rallegrar.
Gira su’ ceppi accesi
lo spiedo scoppiettando:
sta il cacciator fischiando
su l’uscio a rimirar
tra le rossastre nubi
stormi d’uccelli neri,
com’esuli pensieri,
nel vespero migrar.”
La poesia si apre con la nebbia, che si dissolve in una pioggia leggera, che risale per le colline, dalle piante ispide, prive di foglie, con un freddo portato dal mare. Per tutto il borgo, si sente l’odore del mosto e del vino, il che riesce a migliorare l’umore dei paesani, mentre sui ceppi del focolare si brucia il grasso sceso dalla cacciagione, mentre il cacciatore, si sofferma a guardare fuori dalla finestra gli stormi di uccelli, che si stagliano contro l’imbrunire.
In questa poesia, Carducci vuole sicuramente richiamare sia il freddo che la bellezza dell’autunno, che è pur sempre malinconica, nel periodi più importante per chi vendemmia, e secondo alcuni essa ha ispirato la poesia Novembre di Giovanni Pascoli. Il testo è piuttosto semplice da interpretare, che porta chi la legge da uno scenario del paesaggio, all’atmosfera del borgo ed infine a quella di un focolare.
La canzone
Oltre ad aver ispirato poeti, questo componimento deve aver colpito anche dei cantanti, tanto che Fiorello ha voluto intitolare una delle sue canzoni “La nebbia agli irti colli“, compresa nell’album Spiagge e Lune, del 2011.
Il suo testo ricalca proprio al poesia, e questa è la sua trascrizione: “La nebbia agli irti colli/piovigginando sale/e sotto il maestrale/urla e biancheggia il mare/Ma per le vie del borgo/dal ribollir dei tini/va l’aspro odor dei vini/l’anime a rallegrar/La nebbia agli irti colli/piovigginando sale/e sotto il maestrale/urla e biancheggia il mare/Tra le rossastre nubi/stormi di uccelli neri/come esuli pensieri/nel vespero migrar/La nebbia agli irti colli/piovigginando sale/e sotto il maestrale/urla e biancheggia il mare/ Gira sui ceppi accesi/ lo spiedo scoppiettando/ sta il cacciator fischiando/sull’uscio a rimirar/La nebbia agli irti colli/piovigginando sale/e sotto il maestrale/urla e biancheggia il mare”.
Come si può notare, il cantante si sofferma sempre sulla prima strofa, come un ritornello, da rimettere infine nella terza, e la sua sonorità e la stessa di una cantilena.
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