Disdette contratti di affitto: cosa si deve fare?
Può capitare di dover effettuare delle disdette dei contratti di affitto, per motivi familiari, di lavoro, etc, e molti si chiedono quale sia l’iter da seguire e se si dovranno pagare della penalità. Entrambe le cose, dipendono dal tipo di contratto d’affitto stipulato.
Le disdette per ogni tipo di contratto
Generalmente, la disdetta di un contratto di affitto deve essere comunicata al proprietario dell’appartamento o del locale sei mesi prima, e l’iter da seguire è specificato nei paragrafi della Legge numero 431 del 9 dicembre 1998. Nella suddetta comunicazione rilasciata con sei mesi d’anticipo, definita comunicazione di rilascio dell’immobile affittato, si devono includere i dati più importanti del contratto di affitti, la data di stipulazione e quella da cui partirà il suo recesso, il motivo che spinge a lasciare l’immobile, la restituzione della caparra (se prevista dal contratto) e la firma del locatario.
Nel caso dei contratti di affitto transitori, che si concordano per brevi lassi di tempo, che vanno da un mese ad un anno e mezzo, la comunicazione di voler liberare l’immobile in questione, è sempre breve, ovvero di cerca due o tremi prima della scadenza del contratto d’affitto.
Se i contratti sono liberi e concordati, e non si vuole rinnovare gli anni di deroga stabiliti (quattro per quelli liberi e due per quelli concordati), è necessario comunicare sia al locatore che all’Agenzia delle Entrato che non si ha intenzione di rinnovare il contratto d’affitto in questione, che sia per un locale adibito ad abitazione che ad usi commerciali.
Esistono diversi tipi di lettere, con le quali si possono comunicare le disdette d’affitto, a cominciare dal modulo di disdetta anticipata, breve ed essenziale, prevista anche dal contratto. Non molto diversa è la lettera di disdetta di locazione per gravi motivi, nel quale si specificano espressamente i motivi che spingono a lasciare l’immobile.
E’ anche possibile optare per il modulo di disdetta consensuale del contratto di affitto, nel quale si dichiara che le due parti concordano nella disdetta dell’affitto.
Nel caso che l’affittuario muoia improvvisamente, è possibile per i suoi eredi optare per la disdetta di affitto con successione del contratto di locazione, nel caso che vogliano occupare l’immobile in questione.
Come avviene la risoluzione anticipata di un contratto e perché
I motivi che spingono a lasciare un immobile affittato sono diversi, e non riguardano solo il locatore ed il locatario, ma anche l’Agenzia delle Entrate. Per fini fiscali, bisogna comunicare all’Agenzia la disdetta con la risoluzione anticipati, con il modello RLI, ed entro un mese dalla data indicata nel suddetto modulo bisogna versare un’imposta di 67 euro. Non è un caso isolato che, in questo caso, si richiede anche una copia dell’accordo di recessione dell’affitto.
Secondo l’articolo 27 della Legge numero 392 del 1978, che sia nei tempi prescritti dal contratto o in anticipo, si possono considerare “gravi motivi” per disdire l’affitto fatti del tutto involontari, come problemi nella struttura dell’edificio, che non permettono all’affittuario di soggiornarvi ancora. Non vi rientrano, invece, motivi che rientrano nell’ordinario rischio di impresa, soprattutto nel caso di un esercizio commerciale.
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