Diresse la grande illusione: chi era Jean Renoir?
In molti avranno visto o conosceranno La grande illusione, celebre film degli anni Trenta, ma non tutti si saranno soffermati sul suo registra, Jean Renoir. Continuando a leggere, si potranno trovare informazioni sia su questo regista, che sulla sua opera.
La vista di Jean Reinor
Jean Renoir nacque a Parigi nel 1894, dal pittore Pierre-Auguste Renoir e da sua moglie Aline. Dopo aver frequentato un liceo a Nizza, si arruale nel 1912 nel Corpo dei Dragoni, prima di prendere il diploma. Proseguì la sua carriera di soldati fino alla guerra in Alsazia, quando venne ferito e costretto a congedarsi, dopo essere rimasto zoppo ad una gamba.
Nel 1920, sposò una modella di suo padre, e nel 1924 iniziò la sua carriera di regista, con il film Catherine ou Une vie sans joie, realizzato con con Albert Dieudonné. In seguito, continuò a girare film, che all’inizio erano sul genere realista.
In seguito, la sua produzione, durante la guerra, venne ispirata da idee del Fronte Popolare, ed è in quello periodo che dirige La grande illusione, in cui promuove un messaggio di pace, ma non riuscì a riscuotere la popolarità della società francese. Nel 1941, fu costretto a trasferirsi in America, e continua la sua attività di regista a New York. Tornò in Francia solo negli anni Cinquanta, ma nel 1970 si ritirò a Los Angeles, dove morì nove anni più tardi. Il suo corpo venne poi riportato nella sua terra natale e sepolto nel cimitero di Essoyes.
Nel libro I grandi registi della storia del cinema, Goffredo Gofi si sofferma sul suo eclettismo, dicendo “”Renoir è un onnivoro, dotato di forte capacità mimetica, che ha affrontato con egocentrica autonomia esperienze le più diverse. Renoir si adatta, si mimetizza. Spera e dispera, sorride e piange, si mescola alla vita dei suoi personaggi con curiosità e affetto sempre, ma sempre con una spiritosa distanza”.
La grande illusione
Sicuramente, La grande illusione, film uscito nel 1937, è uno dei film più importanti di Renoir, in quanto incentrato sul pacifismo universale. La trama del film è ambientata in un campo di prigionia tedesco, nella Prima Guerra Mondiale, in cui emergono delle tragiche differenze di classe tra i soldati francesi internati.
A notare per primi queste differenze sono proprio i due protagonisti: il tenente Maréchal, interpretato da Jean Gabin, e del capitano Boeldieu, interpretato da Pierre Frasenay. Ed è proprio quest’ultimo a permettere al suo tenente e ad un altro soldato francese, il tenente Rosenthal (Marcel Dalio), un ragazzo ebreo che condivideva con i suoi compagni i viveri che gli venivano recapitati dai suoi genitori. Dopo molte vicissitudini, i due riescono a raggiungere la Svizzera.
Questo suo film riscosse un gran successo in Francia e negli Stati Uniti, nonostante che, in seguito, la polizia ne vietò la proiezione, visto che i tedeschi avevano da poco occupato la Francia. Ciononostante, il film vinse l’Oscar nel 1939, come miglior film, e già dalla sua uscita, a Venezia il regista vinse il Premio al valore artistico.
A descrivere meglio il film, però, è lo stesso Renoir, che dichiarò in uno dei suoi scritti: “Ne La grande illusione mi sono sforzato di mostrare che in Francia non si odiano i Tedeschi. Il film ha avuto un grosso successo. No, non è migliore di un altro film, ma traduce semplicemente quello che un Francese medio, mio fratello, pensa della guerra in generale“.
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