Chi ha inventato la radio? E quando?
Sebbene contestata, è ufficiale che l’inventore della radio è Guglielmo Marconi. Ma chi era? Cosa si sa di lui? E dei suoi studi? Per saperne di più, si può continuare a leggere questa pagina.
La sua biografia
Guglielmo Marconi nacque il 25 aprile 1874 a Bologna, ed essendo la madre irlandese passò la sua infanzia tra l’Inghilterra e la Toscana. Marconi studiò poi elettrotecnica all’Istituto Nazionale di Livorno e successivamente allestì un laboratorio di fisica anche nella sua casa paterna, per continuare i suoi studi. A soli vent’anni, realizzò un rilevatore di fulmini.
In particolare, si dedicò al potenziamento delle reti di comunicazioni, e nel 1897 ottenne il brevetto per la radio. Oltre ad essa, ha inventato anche il telegrafo senza fili, l’antenna monopolo ed il detector magnetico. Successivamente, continuò a migliorare le comunicazioni senza fili, facendo esperimenti anche sulle navi e nel 1909 ricevette il premio Nobel per la fisica. Nel 1928 fu nominato presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche e nel 1930 presidente della Reale Accademia d’Italia, e prima, nel 1914, divenne senatore d’Italia.
Per quanto riguarda la sua vita privata, si sa che si sposò nel 1905 con Beatrice O’Brien, figlia di un barone inglese, e da lei ebbe tre figli Degna, Gioia e Giulio (una quarta figlia, Lucia, morì poche settimane dopo la nascita). I due divorziarono nel 1924, ma Marconi si sposò di nuovo nel 1927, e dalla seconda moglie ebbe un’altra figlia.
E’ anche certo che Marconi aderì al fascismo, ma la questione di questa sua adesione è complessa, ed è noto che l’inventore cercò di convincere il Duce a non entrare in guerra con la Gran Bretagna, ma non riuscì nel suo intento, in quanto morì alla vigilia di un suo incontro con Mussolini, il 20 luglio 1937, a causa di una crisi cardiaca. La sua tomba, oggi, è situata a Sasso Marconi, presso Villa Griffone, la sua casa paterna, dove hanno sede anche un museo e la fondazione a lui dedicati.
L’invenzione della radio
Nonostante il lavoro di Marconi, è difficile attribuire solo a lui l’invenzione della radio. Essa è stato frutto di diversi studi sulle radiazione elettromagnetiche, ovvero le onde radio, e tra i pionieri di queste scoperte vi era lo scozzese James Clerk Maxwell, teorico dell’elettromagnetismo vissuto nel 1864, ed il tedesco Heinrich Rudolf Hertz, che alcuni anni dopo dimostrò le teorie di Maxwell.
Oltre all’attenzione di Marco, la scoperta delle onde elettromagnetiche interessò anche il fisico russo Aleksandr Stepanovič Popov, ed entrambi, anche se in posti diversi, stavano lavorando allo stesso progetto. La corsa all’invenzione, tuttavia, venne vinta dall’italiano, anche se il suo primo apparecchio non risultò molto potente.
La radio, tuttavia, fu il primo passo ad accorciare le distanze tra i vari paesi, e si rivelò molto utili. In particolare, le imbarcazioni in difficoltà potevano trasmette un SOS, come fece il Titanic per chiamare i soccorsi. Rimane sempre il dubbio di Marconi che, vedendo l’uso che il fascismo faceva della sua invenzione per la propaganda per la guerra, pare che si sia chiesto: “ho fatto del bene al mondo o ho aggiunto una minaccia?”.
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