Banca vaticana: storia e ruolo dello IOR nella chiesa
L’istituto per le opere di religione, noto semplicemente come IOR, è da tutti considerata la Banca del Vaticano, ma in realtà il compito di fungere da banca centrale di questo stato è compito dell’APSA (Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica). Tuttavia, è lo IOR che nel corso degli anni è stato al centro di diversi scandali. Per saperne di più, si può continuare a leggere questa pagina.
La sua storia
Lo IOR venne fondato nel 1942, da Pio XII, nella Città del Vaticano, per gestire le finanze ed il ministro delle Finanze del governo italiano dell’epoca, fece emettere un’esenzione per lo IOR riguardante il pagamento delle imposte sui dividendi. Negli anni successivi, lo IOR venne spesso criticato per la speculazione sul mercato azionario ed immobiliare.
Nel 1962 l’istituto deteneva il 24,5% della Banca Privata Finanziaria di Michele Sindona, a cui, nel 1969, papa Paolo VI affidò una consulenza per la modernizzazione dello IOR, e venne istituita una commissione formata dal banchiere e da Luigi Mennini, Massimo Spada e Pellegrino de Strobel. Nel 1971 l’arcivescovo Paul Marcinkus venne nominato presidente di questo istituto e l’anno seguente lo IOR possedeva più della metà delle azioni della Banca Cattolica del Veneto.
Secondo delle dichiarazioni di un pentito di mafia, Vincenzo Calcara, anche lo IOR era coinvolto nel riciclaggio di denaro di Cosa Nostra ed un altro pentito, Francesco Marino Mannoia, dichiarò nel 1998 che quando Giovanni Paolo II venne in Sicilia e scomunicò i mafiosi, i boss si offesero (in quanto avevano fornito forti somme nell’istituto) e fecero esplodere due bombe davanti a due chiese romane. Nel 1982 scoppiò lo scandalo del crac del Banco Ambrosiano, ed anche lo IOR venne coinvolto, ma i vertici non ebbero conseguenze giudiziarie.
Si ipotizzò anche che Marcinkus, quando era ancora a capo dello IOR, negli anni Ottanta fosse coinvolto nel caso della sparizione di Emanuela Orlandi. Infatti, prese piede l’ipotesi che potesse essere lui l’uomo che telefonò dopo il sequestro della ragazza, basandosi sul linguaggio che usava e le sue conoscenze di alcune zone di Roma.
Le riforme
Le riforme più recenti sulla gestione dello IOR partono dal 2010, ma le più importanti da citare sono sicuramente quelle del 2014, quando il suo Consiglio di Sovrintendenza ricevette un rapporto sullo stato della riforma della compliance, e nell’aprile del suddetto anno papa Francesco ha approvato una proposta sul futuro dell’istituto, specificando che i servizi finanziari offerti dovevano supportare il Santo Padre nel suo ruolo pastorale, collaborando con il suo Ministero, e pochi mesi dopo lo stesso pontefice che dichiarato che “nello IOR sono stati chiusi 1600 conti, di persone che non avevano diritto. Lo IOR è per l’aiuto alla Chiesa, hanno diritto vescovi, e diocesi, dipendenti del vaticano, le loro vedove, le ambasciate, ma niente di più. Non è una cosa aperta”.
E’ bene tenere sempre presente che lo IOR non è una banca, come è già stato accennato all’inizio, ma un istituto di credito, che gestisce i patrimoni dei clienti investendo soprattutto in portafogli a basso rischio e di lunga durata, ma non eroga finanziamenti o prestiti. Secondo dei dati del 2019, il suo fatturato ammonta a 5,1 miliardi di euro.
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