Antonio Stradivari: cosa si sa della sua vita? Quanti strumenti ha realizzato?
Il nome del celebre liutaio Antonio Stradivari è da sempre associato a violini e ad altri strumenti a corde, dalla straordinaria fattura. Ma cosa si sa del celebre liutaio? E dei suoi strumenti?
La sua biografia
Non si sa la data di nascita esatta di Antonio Stradivari, ma sembra che sia nato a Cremona tra il 1643 e il 1649. Anche l’infanzia di Stradivari presenta della lacune, ma si sa che nel 1667 ha vissuto a Cremona, secondo i registri della parrocchia di Sant’Agata, visto che quell’anno sposò sua moglie, Francesca Ferraboschi, dalla quale ha avuto sei figli, due dei quali diventarono anch’essi liutai.
Sembra che lo stile a cui si ispirò Stradivari per realizzare i suoi strumenti fosse quello di Nicola Amati, e nel 1680 acquistò una casa con tanto di laboratorio. Fu nel 1690 che gli strumenti del liutaio cremonese cominciarono ad essere notati per la loro originalità, nonché per il loro suono. Otto anni dopo, quando morì la prima moglie, Stradivari si risposò una seconda volta, avendo altre cinque figli, e guidando ancora il suo laboratorio, che oltre ai violini, produceva viole, violoncelli, chitarre, liuti, bassetti, mandolini, arpe, etc.
Stradivari continuò a lavorare fino alla sua morte, avvenuta nel 1737, sempre a Cremona, e venne sepolto nella tomba di famiglia, all’interno della cappella del Rosario, nella basilica di San Domenico. La ditta Hill, ha stimato che in vita sua il liutaio cremonese costruì 1116 strumenti, di cui 690 erano violini.
Alcune curiosità
Oggi, una delle più importanti collezioni di strumenti realizzati di Stradivari appartenga al re di Spagna e sia esposta nel museo degli strumenti musicali del Palazzo Reale di Madrid. Altre collezioni si possono trovare in Italia, ma anche negli Stati Uniti ed in Giappone.
Gli Stradivari sono considerati tra i migliori violini realizzati, e ad un intenditore bastano poche note per riconoscerlo, essendo il timbro e il suono inconfondibili, ed un team di ricercatori americani, della Texas A&M University, li hanno sottoposti a risonanza magnetica per scoprire cosa li rende unici. Essi hanno scoperto che il loro materiale è stato impregnato di un particolare composto chimico, usato all’epoca nei depositi di legname lombardi, e sarebbe proprio questa sostanza a conferirgli quella loro sonorità.
Online (e non) è possibile trovare anche delle citazioni su questi violini e il celebre liutaio, come queste qui riportate:
- “Ho ereditato un dipinto e un violino che si sono rivelati un Rembrandt e uno Stradivari. Peccato che Rembrandt facesse pessimi violini e Stradivari orribili dipinti”, frase di Tommy Cooper;
- “Mi chiedo se uno Stradivari provi la stessa estasi del violinista, quando questi gli carpisce dal cuore una singola nota perfetta”, frase detta da Johnny Depp nel film Don Juan DeMarco;
- “Il 21 maggio, dopo la mezzanotte, tutti gli alberi della terra emettono leggere vibrazioni. In pratica prendono a cantare. Stradivari lo sapeva e tagliava gli abeti di risonanza quella notte. Ecco perché la voce dei suoi violini è inimitabile. Perché in una notte di maggio gli alberi cantano. E si possono sentire”, frase postata da Mauro Corona sui social.
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