La sonda Voyager 1: cos’è, dove si trova, missione e aggiornamenti
Lanciata per la prima volta nello spazio nel 1977 dalla NASA, la sonda Voyager 1 aveva come obbiettivo di osservare i pianeti di Giove, il satellite Titano e Saturno, e studiarne i campi magnetici e le orbite. La sua missione, a distanza di anni, non è ancora finita, e dovrebbe ancora funzionare fino al 2025.
La missione della sonda
Questa sonda contiene ventiquattro sfere di ossido di plutonio-238, ed il suo computer e i sistemi di comunicazione hanno permesso di registrare dati importanti, con l’ausilio delle sue antenne.
Si può distinguere la missione della sonda, in cinque fasi, attualmente:
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il sorvolo di Giove e Saturno, la sua prima fase, che forse è iniziata proprio nel 1979, quando iniziò a fotografare Giove, e l’anno seguente, quando raggiunse Saturno e Titano;
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il raggiungimento del Termination Shock, ovvero il confine dove le particelle del vento solare rallentano, iniziata nel 2003;
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l’arrivo all’autostrada magnetica, i cui dati risalgono al 2012, ovvero quando la sonda sarebbe arrivata in questa sorta di “autostrada”, dove sembrano essere collegati i campi magnetici interstellari e del sole;
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l’eliopausa, ovvero quando, nel 2013, la sonda ha raggiunto una distanza tale dal sole da non registrare più raggi solari, cominciando così anche a rallentare;
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l’entrata ufficiale nello spazio interstellare, sempre nel 2013, secondo la NASA.
Dai dati del 2018, sembra che la sonda sia inattiva ormai da più di trent’anni, e si trovi a una distanza di 143,629 UA (unità astronomica). Sebbene sia inattiva, continua a muoversi e forse raggiungerà la costellazione dell’Orsa Maggiore.
Urano e Nettuno
Una volte oltrepassati Giove e Saturno, la Voyager è arrivata anche ad Urano e Nettuno, i pianeti più lontani dal sole, e dai dati del 1986, fino al 1989, si è potuto notare che un sistema debole di lune nuove ed anelli.
Grazie agli strumenti della sonda si sono potuti osservare i colori “veri” di Urano. A prima vista, infatti, sembra che il pianeta sia di un colore azzurro tenue, vista la poca presenza della luce solare, ma la sonda ha permesso di mettere in evidenza l’atmosfera del pianeta, riuscendo a distinguerne anche il polo sud.
Sfiorando alla velocità di centomila chilometri orari Nettuno, invece, la sonda ha potuto raccogliere dati sulla sua gravita, la rotazione, l’atmosfera, la direzione dei suoi venti ed il suo campo magnetico.
Il Voyager Golden Record
In occasione del lancio della sonda, è stato registra un disco placcato in oro, che contenesse immagini e suoni della Terra, il Voyager Golden Record, con incise sulla custodia le istruzione per accedere alle registrazioni, nel caso che fosse stato “trovato da qualcuno”.
Il suo contenuto venne selezionato da una commissione della Cornell University, guidata dall’astronomo e scrittore Carl Sagan, e comprendeva un gran numero di suoni naturali, 155 immagini e musiche di varie parti del mondo, anche di tempi diversi. Le lingue incluse, erano ben cinquantacinque (italiano compreso).
Tra le musiche sono stati incluse quelle di Bach, di Mozart, di Beethoven, di Stravinsky, e persino un canto nativo americano.
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