Mobilità sostenibile: facciamo il punto sulle auto elettriche
Ridurre le emissioni dannose è diventato un obiettivo da raggiungere a tappe, eliminando man mano tutto ciò che può risultare particolarmente inquinante come i combustibili fossili. Ovviamente, ciò include anche le automobili, che da sole rappresentano oltre il 60% di emissioni di CO2. Per fortuna, esistono già modelli di veicoli ibridi o completamente elettrici, che prenderanno piede sino a diventare i mezzi esclusivi venduti nell’intera Unione Europea entro il 2035. Affinché la transizione alla mobilità green avvenga in modo efficace, è importante avvalersi di alcuni strumenti, tra cui le colonnine elettriche per la ricarica che possano rispondere alle esigenze di un numero sempre maggiore di utenti.
Gli obiettivi per le auto elettriche
Quasi 7 milioni di colonnine elettriche entro il 2030 per far fronte alle auto del futuro: questa è la sfida che si dovrebbe “vincere” per stare al passo con il cambiamento. Ma non è l’unico: come già accennato, le tecnologie stesse dei veicoli alimentati senza l’uso di fonti endotermiche come diesel, GPL o benzina, devono essere implementate e sviluppate così da avere delle batterie con un’autonomia migliorata, ma anche possibilità di ricarica che possa sfruttare a sua volta energie alternative. Eolico e solare sono le fonti ecologiche cui le colonnine dovrebbero riferirsi per poter consentire alle autovetture di avere l’energia necessaria senza sprechi.
Al momento, vi è una disparità tra i veicoli elettrici o ibridi già immessi sul mercato e le colonnine di ricarica, per cui occorrerà aumentarne il numero in vista delle prossime produzioni. In media, si stima che se ne dovrebbero costruire circa 14 mila a settimana contro le 2 mila attuali, per arrivare al prossimo decennio con un numero sufficiente. Costruire nuove auto elettriche è un altro passo che consentirà di abbatterne i costi, risultare green e creare nuovi posti di lavoro.
Il funzionamento delle auto elettriche e delle colonnine di ricarica
Le auto ibride sfruttano una doppia alimentazione: quella classica a benzina e quella elettrica. La prima può anche annullarsi, come accade nelle full hybrid, facendo procedere il veicolo per alcuni chilometri solo con la trazione elettrica. E, soprattutto durante la frenata, la batteria si ricaricherà automaticamente. Nelle plug-in, invece, serviranno più spesso le colonnine di ricarica e si ha una maggiore autonomia.
Le auto completamente elettriche, invece, sfruttano la batteria per generare energia meccanica tramite l’inverter. La corrente continua muta così in alternata e muove il motore, che si rivela particolarmente silenzioso, scongiurando così anche il rischio di inquinamento acustico. Le migliori batterie al litio possono arrivare anche a percorrenze fino a 400 chilometri prima di avere bisogno della colonnina di ricarica, tenendo presente che quando si rilascia l’acceleratore vi è già un minimo di supporto in tal senso.
La ricarica di una batteria può essere fatta sia a livello domestico, in alcuni modelli, che alle colonnine, specie nei casi in cui non sia possibile trasportare la batteria. I tempi variano molto e possono arrivare alle 8 ore per una ricarica completa: in alcuni casi, esistono versioni che possono arrivare all’80% in 30 minuti al fine di consentire un uso pressoché immediato.
La gestione delle ricariche è facilitata da applicazioni e software sia presenti sul veicolo stesso, che connettendosi con il proprio cellulare, così da poter seguire l’avanzamento in tempo reale. Molte di queste applicazioni consentono anche ai proprietari dei veicoli elettrici di individuare subito il punto di ricarica più vicino.
Se le tecnologie si riveleranno quindi ancor più evolute, consentendo di arrivare alle emissioni zero auspicate dalla UE nei prossimi anni, si potrà contare su auto elettriche dalle performances sempre più alte, sia come percorrenza che come costi, nonché su mezzi ecologici da usare senza pensieri.
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