Celenterato: significato, etimologia e caratteristiche
Il termine “celenterato” viene usato per indicare degli invertebrati acquatici, dotato di tentacolo e con un corpo molle, come le meduse o le idre. Ma quali sono le loro caratteristiche? E qual’è il vero significato del termine?
Significato ed etimologia del termine
Il nome con il quale si indica questi invertebrati acquatici, deriva dal latino scientifico “coelenterata”, e questa parola è composta da due parole greche, “kôilos” ovvero “cavo”, ed “énteron” ossia “intestino”
Secondo l’enciclopedia Treccani, per celenterati si intende: “tipo di animali inferiori (zoofiti) a simmetria raggiata, il cui corpo ha la forma di un otricolo oblungo cilindrico, con un’unica cavità (celenteron o celenterio), comunicante con l’esterno per una sola apertura, la bocca”. La parete dell’otricolo citato, è composta da due strati di cellule, e tra queste due si può formare un ulteriore strato, la mesoglea, e altri organi, alcuni urticanti.
Questi invertebrati si possono classificare in due forme distinte: il polipo, la cui forma può essere ancorata a un substrato, e la medusa, che vive liberamente nelle acque. Per lo più, tutte le specie sono quasi tutte di origine marina, e quindi si trovano, principalmente, negli atolli tropicali e nelle barriere coralline.
Oltre ai polipi e le meduse, tra i celenterati si possono includere anche le idre, le attinie e i coralli, e con questo termine, anticamente, si potevano indicare gli organismi che appartenevano a quel gruppo intermedio che sta tra le piante e gli animali.
La loro classificazione, riguardante il ciclo vitale, si può suddividere in:
- idrozoi, in cui la generazione dei polipi e delle meduse si alternano;
- scifozoi, dove prevale la generazione della medusa;
- antozoi, che hanno la forma del polipo, delle attinie e dei coralli, il cui scheletro si è formato nel corso dei secoli nelle barriere coralline.
Le caratteristiche
I celenterati, che possono essere anche definiti cnidari, appartengono alla categoria degli animali che presentano una simmetria raggiata, comune a tutti gli eumetazoi. Sono degli invertebrati acquatici e diblasteri, ovvero con un corpo che si sviluppa a partire da due foglietti embrionali, situati nella gastrula.
Il loro corpo è di una forma simile a quello di un sacco, circondato da tentacoli, che ha la funzione della bocca, dalla quale questi animali possono espellere anidride carbonica ed altre sostanze.
I tentacoli di cui sono dotati vengono utilizzate per catturare delle prede, e la loro cavità interna, chiamata celenteron, oltre a digerire ciò che questo invertebrato digerisce, ha anche una funzione vascolare, ed è in grado così di fornire le sostanze nutritive e l’ossigeno ai tessuti del corpo.
All’esterno del loro corpo, si possono trovare due tipi di cellule: quelle nervose, capaci di diffondere gli stimoli, e quelle muscolari, che permettono all’animale di muoversi.
Questi invertebrati sono carnivori, e la loro alimentazione consiste in piccoli pesci e crostacei, che vengono catturati con i tentacoli e digeriti tramite un processo intracellulare.
I polipi sono asessuali, e si riproducono tramite la gemmazione, mentre le meduse si riproducono sessualmente, tramite i gameti, espulsi dalla loro unica cavità. Dopo che l’uovo viene fecondato si sviluppa la planula, una larva, che cresce fino a formare un embrione, che da’ in seguito origine alle meduse.
Prima di è accennato al fatto che essi vivono nelle barriere coralline. Queste ultime, infatti, sembrano formate dagli esoscheletri dei polipi, che vivono in colonie, ed in seguito, alla morte di questi invertebrati, sul fondale i loro corpi subiscono delle ramificazioni calcarei, grazie a delle alghe.
Per quanto alcune di queste specie di invertebrati possano essere affascinanti (soprattutto per i loro colori), bisogna fare attenzione ad alcune di essi, come la medusa, dai tentacoli urticanti, che possono provocare delle forte irritazioni alla pelle umana.
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