Organi maschili dei fiori: come funzionano?
Le piante possono riproduzione sia per via asessuata, che per via sessuata. Secondo uno studio portoghese, gli organi maschili e femminili piante che si riproducono nella seconda maniera, comunicano allo stesso modo delle cellule.
La riproduzione sessuata delle piante
A differenza della riproduzione asessuata (o vegetativa) di alcune piante, che avviene tramite il processo della mitosi, quella sessuata è un processo coordinato e complicato.
I gameti maschili, ovvero le cellule di sperma, sono i granuli del polline, che vengono trasferiti dallo stame, l’organo maschile del fiore, nel pistillo, che è l’organo femminile. Nel pistillo, il polline germina e nel condotto cresce e si allunga un tubo pollinico. Quando i gameti si fondono con le cellule ovariche, formando un embrione. In piante come le Angiosperme (magnolifite), questo embrione diventa un frutto, che si forma quando l’ovario si trasforma, in seguito alla fecondazione.
La fecondazione, per i fiori, avviene quando la pianta è appassita, e gli organi sessuali restano allo scoperto, ed il polline può raggiungere il pistillo. A quel punto, gli stami diventano secchi e cadono.
Nella fecondazione sessuata delle piante, un ruolo fondamentale lo svolgono gli insetti, come le api, che permettono di impollinare i fiori.
Lo stame
Gli stami, sono composti da:
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i filamenti, che la sua parte sterile;
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l’antera, ovvero la sua porta fertile, che viene sostenuta dai filamenti, ed è formata da due teche, formate da un tessuto connettivo, dove sono presenti dei sacchi pollinici, al cui interno sono presenti le loro spero, ovvero i granuli pollinici.
A seconda del modo in cui i filamenti si insediano nell’antera, si possono classificare in dorfisse, apicifisse, basifisse e ventrafisse, ovvero che si posizionano, rispettivamente, sul dorso dell’antera, sulla sua parte più tenue, alla sua base e nella zona ventrale.
A seconda del numero dei filamenti, gli stami si possono classificare in monadelfi, che comprendono un solo gruppo di stami, diadelfi, che ne comprendono due gruppi, e poliadelfi, quando se ne formano da due gruppi in su.
In base alla lunghezza, invece, è possibile distinguere gli stami in omodimami, se sono tutti della stessa misura, in didinami, se ce ne sono due più lunghi e due più brevi, e in tetradinami, quando ce ne sono quattro lunghi e due corti.
Basandosi sul numero degli stami, si possono contraddistinguere in monoandri, se hanno solo uno stame, in diadri, quando ce ne sono due, ed in poliadri, quando hanno più di due stami.
Se gli stami risultano sterili, vengono definiti staminodi e, di conseguenza, la pianta si seccherà, senza avere la possibilità di riprodursi.
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- Rino amico scienziato