Decorso post operatorio quadrantectomia: che cos’è?
Forse non tutti lo sanno, ma l’intervento di rimozione del tumore del seno, si chiama quadrantectomia, da non confondere con la mastectomia. Ma quando è necessario questo intervento? Com’è il suo decorso post operatorio?
L’intervento
Questo intervento chirurgico è di tipo conservativo, ovvero ha lo scopo di salvare il seno, e si cominciò a praticare dagli anni Ottanta, sostituendo (quando possibile) la mastectomia, che è l’asportazione totale della mammella. Esso si prefigge di rimuovere solo il tumore, e l’origine del suo nome è dovuta al fatto che i medici che lo hanno praticato per primi, per decidere quale punto operare, suddividevano il seno in quattro zone. Le suddette aree del seno da prendere in considerazione per l’intervento sono quelle sul quadrante superiore esterno, il quadrante superiore interno, il quadrante inferiore esterno, il quadrante inferiore interno e il complesso areola capezzolo.
A tale intervento, segue la radioterapia, per assicurarsi che il tumore non ricompaia nuovamente, ma è importante che il tumore sia ancora di piccole dimensioni (non più grandi tre centimetri). Ovviamente, questo intervento può può presentare successivamente delle complicazioni, come la parziale o la completa assenza di sensibilità al capezzolo, che si verifica in rari casi, oppure una sorta di asimmetria, che col tempo può migliorare, o delle infezioni, che si possono sempre curare con degli antibiotici.
Il post operatorio della quadrantectomia
Dopo l’intervento, la degenza può durare a seconda della tecnica usata e se si verificano o no delle eventuali complicazioni. Generalmente, si incoraggia la paziente ad alzarsi e camminare il prima possibile. Pochi giorni dopo l’intervento, viene in seguito rimosso un tubicino di drenaggio (se stato applicato), ma ciò si può verificare anche dopo la dimissione.
Nei primi giorno dopo l’operazione, è normale sentire del dolore o dei fastidi sotto il braccio e/o intorno alla ferita, ma questi scompaiono dopo poche settimane. Se persistono, può essere necessario assumere degli analgesici, sempre sotto il consiglio del medico. Se questi problemi dovessero durare anche fino ad un anno dall’intervento, allora è il caso di chiedere all’oncologo. Alcune pazienti possono avere delle difficoltà nel muovere il braccio, ma la sensazione è dovuta ai vasi linfatici, e ciò può provocare anche gonfiori.
Una volta tornate a casa, le pazienti, dovrebbero cercare evitare certi movimenti, come il sollevamento di oggetti pesanti o sforzi prolungati alle braccia, stare lontano da fonti eccessive di freddo o di calore, proteggendo con delle creme solari e non fare dei bagni in piscina o in mare, fino a che non lo consente il medico. Persino alcune pratiche mediche sono sconsigliato, al lato dell’arto operato, come iniezioni o misurazioni della pressione. Gli abiti da indossare dovrebbero essere non troppo stretti ed in fibre naturali, soprattutto il reggiseno.
Il bagno o la doccia si possono fare dopo circa cinque giorni o una settimana, e il lavaggio della ferita deve essere effettuato con prodotti neutri. La depilazione è sconsigliata per almeno quattro settimane, dopo l’intervento o la seduta di radioterapia. In seguito, si potranno eseguire anche dei semplici esercizi di riabilitazione, sempre dopo aver consultato il proprio dottore.
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