Casa prefabbricata senza concessione edilizia: che cosa prevede la legge a riguardo?
Una casa prefabbricata è una casa realizzata con elementi costituiti in fabbrica, assemblati direttamente sul luogo di edificazione scelto. Non è una casa mobile e alcuni possono pensare che non occorrano dei permessi per edificarla, ma non è così. Per saperne di più, si può continuare a leggere questa pagina.
I tipi di casa prefabbricata e i suoi vantaggi
Di questa case, se realizzate in legno (quelle più diffuse), si possono definire due strutture differenti, ovvero il telaio, con un portante di legno massiccio, pannelli coibentati e rifiniture perlate d’intonaco, o i pannelli di legno lamellare, coibentati o assemblati in precedenza.
Le case di per sé, invece, si possono distinguere in due tipologie:
- da finire, fornita dall’acquirente in uno stato grezzo avanzato, e deve occuparsi soltanto delle finiture e degli impianti (rivestimenti, pavimenti e sanitari);
- con le chiavi in mano, ovvero che la casa viene consegnata completa.
Avere una casa di questo genere è vantaggioso perché i costi sono fissi, concordati in precedenza dalla società edilizia, ha tempi di realizzazione più brevi, energicamente sono più efficienti (grazie all’isolamento termico elevato), una struttura antisismica, e i suoi comfort provengono da fonti rinnovabili, presenti negli impianti. Il rischio di incendio, inoltre, non è differente da quello delle altre case, anche se di legno, perché le sue pareti resistono al fuoco per un’ora.
I suoi costi, si aggirano, generalmente, tra i 1400 e i 1500 euro al metro quadro, ma ad essi vanno sommati anche altre spese, come il prezzo del terreno e delle spese tecniche.
Quali permessi occorrono per edificarle?
Nonostante siano nettamente differenti dalle case tradizionali, anche quelle prefabbricate richiedono dei permessi. Innanzitutto, è necessario ottenere un’autorizzazione di costruzione, ovvero un’autorizzazione amministrativa che permette di trasformare il terreno su cui si vuole realizzare questa casa, in conformità alla pianificazione urbanistica, e bisogna richiedersi al Comune. L’iter da seguire, può variare da comune a comune, ma richiedono sempre una documentazione tecnica. Successivamente, una Commissione Edilizia esamina il progetto e chiedere la consulenza della Soprintendenza ai Beni Ambientali, per verificare che l’area su cui si vuole edificare la casa, non sia soggetta a vincoli ambientali o storico-paesaggistici.
Non si esclude la possibilità che in base ai regolamenti comunali della zona, possa essere necessario solo un certificato definito D.I.A (Dichiarazione di Inizio Attività), nel quale il progettista incaricato del lavoro dichiara che il lavoro e l’edificazione rientrano nei parametri stabilite dalle norme edilizie vigenti. Inoltre, in questo documento si assevera anche che le norme di carattere igienico sanitario, tecnico, di sicurezza, etc, sia rispettate.
Se non si rispettano tali procedure e non si ottiene il permesso, la costruzione di questa casa si configura sempre come reato di abusivismo edilizio, a meno che essa non sia stata edificata per rispondere a delle esigenze temporanee. In caso contrario si può incorrere a un’ammenda di oltre diecimila euro, oppure l’arresto di un massimo di due anni, con una multa che parte dai cinquemila e può superare i cinquantamila euro, a seconda di quale norma non sia stata rispetta.
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