Ipertrofia prostatica benigna e rapporti sessuali: che cosa fare?
L’ipertrofia prostatica benigna, nota con l’acronimo IPB, è una patologia comune, che colpisce otto uomini su cento, che hanno meno di quarant’anni d’età, e il 50 % degli uomini al di sopra dei sessant’anni. Questa malattia comporta un ingrossamento benigno della prostata, che provoca difficoltà urinarie. Ma cosa causa questa malattia? Come si cura? Cosa fare per quanto riguarda i rapporti sessuali?
I sintomi e le cause
Non si possono classificare dei veri e propri sintomi di questa patologia, ma essa può provocare delle difficoltà nell’atto di urinare: la ghiandola si presenta ingrossata e comprime il canale della vescica. Un disturbo del genere, se non curato, può portare a indebolire la vescica e provocare dei calcoli. Sicuramente, può stimolare di più la minzione, nel corso della giornata, e dopo non si ha la sensazione che la vescica si sia svuotata pienamente. A lungo andare, possono insorgere anche problemi ai reni.
In condizioni del genere, è difficile che si riesca anche ad avere dei normali rapporti sessuali, perché il flusso sanguigno nella vescica si riduce sensibilmente e ciò provoca una disfunzione erettile. In alcuni casi, non può escludere anche un’influenza psicologia.
Così come non ci sono dei sintomi specifici, lo stesso vale per le sue cause. Si può identificare una concomitanza tra l’insorgere dell’IPB e l’avanzare dell’età, che porta a una squilibrio ormonale, ovvero l’andropausa, ed anche il valore del testosterone può cambiare. In questa fase di variazione, non si esclude che la vescica si possa ingrossare.
Per diagnosticare l’ipetrofia prostatica benigna, bisogna effettuare un esame specifico e si consiglia agli uomini di fare un controllo ogni anno, dopo aver compiuto i cinquant’anni, in particolare che in famiglia ci sono casi di tumori prostatici. Tra gli esami in questione, si possono includere l’ecografia transrettale e la flussometria, con la quale si misura la forza e la velocità del getto urinario. Questo controllo, può includere un prelievo di sangue venoso, per conosce il valore del PSA (antigene prostatico specifico), per escludere dei tumori alla prostata.
Quali sono i rimedi
Generalmente, per l’IPB vengono prescritti dei farmaci, ovvero:
- degli inibitori ormonali, che oltre a riequilibrare i livelli di testosterone, possono ridurre l’ingrossamento della prostata e il volume della ghiandola, e dovrebbero così risolvere anche i problemi di minzione;
- degli alfa bloccanti, capaci di rilassare i muscoli della prostata e del collo vescicale, in modo da migliorare il flusso dell’urina.
Se le terapie con tali farmaci non funzionano, è probabile che la malattia abbia raggiunto uno stadio avanzato, ed in questo caso potrebbe essere necessario ricorrere all’intervento chirurgico, che è poco invasivo e prevede una degenza di pochi giorni (anche se non possono mancare i rischi di qualsiasi altro intervento).
La cosa migliore, è comunque prevenire: per evitare l’insorgenza di questa ipertrofia, è bene seguire una dieta sana e fare esercizio fisico, seppur in maniera moderata. E’ bene, inoltre, evitare di bere troppi liquidi la sera, in modo da evitare di urinare durante la notte, ed in questo caso bisogna assicurarsi di aver svuotato del tutto la vescica.
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